Un nuovo capitolo per l’universo Edicole

Repubblica ieri, ha spiegato il nuovo orizzonte che si apre per gli edicolanti capaci di reinventarsi e non solo di superare gli anni passati di crisi, ma di cavalcarli. Nuove opportunità e scenari fantasiosi si dispiegano per chi riesce ad avere una vision allargata: le edicole divengono nuovi centri di servizi, che di pari passo con la stampa, possono essere implementati in un’attività nuova, moderna, informatizzata, realmente utile per la gente del quartiere.

Riportiamo fedelmente l’articolo di Repubblica (http://www.repubblica.it/cronaca/2017/10/09/news/giornali_ma_anche_mostre_e_concerti_cosi_le_edicole_voltano_pagina-177735251/) che vi consigliamo di leggere per stimolarvi  in 3 minuti ad individuare una storia personale che possa riscrivere il vostro futuro collocandolo in un orizzonte di crescita e opportunità.

Giornali, ma anche mostre e concerti: così le edicole voltano pagina

In quei 4 metri quadrati c’è chi ritira raccomandate, espone reperti fossili o affitta costumi. Ora un accordo con l’Anci permette ai clienti di prenotare visite mediche e pagare multe. Raccontate la “vostra” edicola

di PAOLO G. BRERA

ROMA. Era facile. “Quarant’anni fa, quando presi in gestione la vecchia edicola, la domenica mi scaricavano dieci pacchi da cento copie della Nazione, e le vendevo tutte e mille”, racconta Gianni Gucci. Altri tempi, ma con il suo negozio in centro a Firenze Gianni non ha mai mollato. Nell’era digitale che ha travolto il mondo delle edicole, lui si è inventato un futuro partendo dai suoi clienti migliori: i bambini. Per attirarli nel suo mondo di carta li ha invitati a giocare con le figurine Pokémon, “abbiamo offerto la merenda e abbiamo riempito il negozio. In collaborazione con il distributore regalavamo pacchetti di figurine, il risultato è stato ottimo e nelle settimane successive alcuni di loro che non erano mai entrati in edicola sono tornati a comprare libri per ragazzi “.

In un settore falcidiato dalla crisi, centinaia di edicolanti hanno reagito aggrappandosi con le unghie della creatività a un mercato troppo difficile per sopravvivere senza rinnovarsi. Pur di non lasciar invadere i loro chioschi dalle chincaglierie cinesi, l’ultima spiaggia che ti seduce ma poi ti seppellisce, li hanno trasformati in centri culturali e in presidi di civiltà urbana. C’è chi consegna la posta e chi recapita pacchi, chi organizza mostre, chi porta giornali e riviste a domicilio e chi fa da luogo d’informazioni turistiche. E con la nuova legge, che a giugno ha rinnovato la normativa di settore, stanno sbocciando decine di accordi e iniziative per rendere le edicole veri e propri centri servizi informatizzati e allacciati in rete.

L’ultimo tassello è l’accordo sottoscritto una settimana fa tra la Federazione degli editori e l’associazione dei Comuni italiani: in cambio di tariffe meno salate sull’occupazione del suolo pubblico, l’edicola sotto casa diventerà anche uno sportello municipale aggiunto in cui prenotare il medico, acquistare il biglietto del museo o pagare una multa. “Siamo convinti – dice Giuseppe Marchica, segretario generale del sindacato Sinagi – che le edicole non debbano trasformarsi in bazar: i negozi cinesi sono già migliaia, e anche loro non stanno in piedi. Ogni edicola si è già tarata su quello che nella sua zona può servire ai clienti, come la piccola cancelleria davanti alle scuole. Riempire i chioschi di cianfrusaglie non ha senso: dobbiamo puntare sui servizi. Con il sistema QrCode renderemo le edicole complementari all’ufficio postale, mettendo a disposizione i nostri orari”.

C’è chi è partito da tempo, su questa strada. “Sono stata la prima, a Roma: quando hanno spiegato l’accordo con Nexive, una società privata che effettua i servizi postali in concorrenza a Poste Spa, mi è sembrato interessante – racconta Liliana Lentricchia dalla sua edicola in via Casal de’ Pazzi, rilevata dalla nonna nel 2003 – e ho detto subito sì. Mi hanno affidato un intero Cap, che a Roma vale 300mila abitanti. Quando il postino suona per la raccomandata e non trova nessuno, lascia un avviso con indirizzo e orari per il recupero nella mia edicola. Da un po’ abbiamo iniziato anche a fare spedizioni e a trattare raccomandate. Mi sto spostando verso i servizi: portano persone, che una volta dentro all’edicola fanno anche altri acquisti”.

A Perugia un gruppo di artisti, scrittori e giornalisti ha rilevato un anno e mezzo fa il chiosco di “Edicola 518”, trasfor-mandola in altro da sé: a giornali e riviste di qualità, scelte saltando la tradizionale distribuzione locale, affianca un piccolo mondo selezionato di libri e opere d’arte, propone mostre e organizza eventi culturali, ospita concerti e performance, distribuisce le creazioni degli artisti con cui collabora.

È una strada che in parte percorrono anche Gianni e Francesca Gucci, gli edicolanti fiorentini che organizzano eventi per bambini nel negozio in piazza Giorgini. “Vendiamo anche libri, ma da fuori si vedono solo le locandine dei giornali e in molti non lo sanno. Per farglielo scoprire dobbiamo attirarli, ormai questo mestiere bisogna inventarselo. Abbiamo fatto incontri con gli autori, una mostra in una tenda montata all’esterno del negozio con i reperti fossili di un nostro cliente appassionato; con un altro cliente, che ha fotografie antiche della zona, abbiamo realizzato una proiezione. Ora stiamo pensando a un evento per ragazzi a Natale, vedremo “. Cercare un modo di sopravvivere porta a innovare, le vie percorse sono infinite e nessuna è giusta o sbagliata in sé. In provincia di Vicenza un’edicolante di Valdagno, Amalia Guzzon, affitta costumi per Carnevale: non sarà un modello di business replicabile, però funziona. “Il famoso aggio sul prezzo medio di copertina – spiega Ermanno Anselmi di Fenagi, un altro dei principali sindacati di categoria – è del 18,7%, e la caduta verticale delle vendite ha comportato migliaia di chiusure. In dieci anni la diffusione si è dimezzata, passando da 5,4 a 2,6 milioni di copie giornaliere. Il fatturato complessivo della vendita di prodotti editoriali è sceso da 5,5 a 2,8 miliardi di euro. Il 65% passa dai 18mila punti vendita specializzati, le edicole, che vanno tutelate. Stampa e servizi sono complementari, la via da percorrere è questa”.